[Tratto dalla newsletter di Ottobre 201] Sarà stata la pandemia, sarà che non abbiamo effettivamente goduto dell’ultimo anno e mezzo e quindi il tempo ce lo siamo visto passare davanti, correre sul calendario e planare sulla faccia, ma riguardando una foto di due anni fa mi sembra sia trascorso più tempo.
Forse è colpa delle ore extra trascorse davanti alla luce blu dei dispositivi, delle facce musone mentre facciamo scroll sui social… ma mi sono ritrovata a pensare all’età, cosa che non avevo mai fatto se non quando ho deciso che potevo iniziare ad usare cosmetici anti-age, non avevo mai spento delle candeline sulla torta pensando “fortuna che non le hanno messe tutte o mi giocavo un polmone” o restarci male quando in club non mi viene chiesto di mostrare il documento. Escludo il sentirmi dare del Lei perché vivendo a Londra sono salva, ma per un mese e mezzo in Sicilia sono stata pronta a rispondere a qualche ragazzino impertinente, più reattiva di Siri quando ascolti un video di qualcuno e lei si attiva pensando ce l’abbiano con lei.
Solo io ho questa percezione del tempo ultimamente? E, capitemi, non parlo solo di fattore estetico, ma di tempo rimasto. Ho fatto un rapido calcolo: in media una donna oggi vive fino agli 82 anni (dice il Ministero della Salute), ad occhio e croce mi restano da vivere 42 anni. Se penso alle cose che ho fatto in questi 35 anni, escludendo gli anni necessari per essere autonoma, camminare, parlare e compiere scelte sensate (la mia carta di credito potrebbe negare che io abbia effettivamente acquisito questa abilità) e non contando gli anni trascorsi a svegliarmi per studiare e andare a dormire dopo aver fatto i compiti, mi sono serviti gli ultimi 18 anni per: trovare un lavoro che amo fare, imparare un’altra lingua, conoscere “la” persona che amo, vivere da sola, capire quali colori mi donano di più, smettere di comprare di più per meno, cambiare tre città e una nazione, conoscere persone interessanti, viaggiare in giro per il mondo, fare esperienze incredibili (sfidare la gravità, nuotare con gli squali, accarezzare una scimmia, farmi la frangetta) e commettere degli errori o cose di cui pentirmi (farmi la frangetta, dicevo, tornare con un ex, farmi un tatuaggio, cliccare un link in un sms e farmi rubare soldi dal conto in banca, discutere per cose futili…).
Da questa prospettiva sembra che quei 41 anni rimasti siano parecchi, togliendo gli anni in cui penso sarò troppo vecchia per certe cose e quelli in cui non sarò al top della mia salute fisica, facciamo che restano 30 anni buoni. In pratica impieghiamo il tempo più importante a costruire le basi di un futuro che ci godremo meno di quanto accadrebbe se solo la vita procedesse al contrario, immagina: nasci anziano, saggio, con un babaglio di conoscenza ed esperienza, sai già chi sei e cosa vuoi fare e trascorri il resto della tua vita vivendo gli anni più belli al pieno delle tue capacità fisiche e mentali. Bello no?
Intanto che raccolgo le firme per chiedere alla vita di rivedere i suoi ritmi, mi riprometto di guardare quel numero di anni che restano e di sfruttarlo più di quanto io stia facendo adesso (anche se tutto quel sabato trascorso sul divano a guardare Squid Game dall’inizio alla fine lo rifarei). Non ti dico di fare lo stesso calcolo, ma se ti va procedi pure, però non guardarmi come quella zia lontana che al pranzo di Pasqua ti chiede a che punto della vita sei, sei sei ancora single e quando ti laurei, così per rendere il pasto meno commestibile.