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Skin Diary: 5 cose che ho fatto per “guarire” la mia pelle

sonia grispo skincare brufoli

Un paio di anni fa la pelle del mio viso ha iniziato a ribellarsi, alcune zone a riempirsi periodicamente di sfoghi, infiammazioni, essere più sensibile al sole e macchiarsi e che ad un certo punto con un insieme di prodotti, nuove abitudini e accorgimenti la mia pelle è tornata a stare bene.

A parte il solito brufolo da ciclo non avevo mai avuto problemi con la mia pelle, (ah sì e per la prima volta un’estate si è macchiata con l’esposizione al sole), finché due anni fa ho iniziato a vedere degli sfoghi, la pelle arrossata, reattiva e nel 2020, nel pieno della pandemia e dei primi lockdown, ho contattato un dermatologo.

Fase 1: l’incontro con il dermatologo

Ho capito che i prodotti che stavo comprando per risolvere il problema lo stavano probabilmente solo peggiorando e che il fai-da-te non mi stava portando da nessuna parte. Su internet leggevo tante cose, tanti video sembravano mostrare quello che avevo io, ma come facevo a sapere se l’ennesimo prodotto acquistato avrebbe fatto al caso mio? Se era quello il mio problema? Trovare un bravo dermatologo è un po’ come uno speed date, speri sia quello giusto e fai fruttare al massimo il tempo che hai a disposizione, avevo una lista di domande, non mi sono fatta trovare impreparata ed ho elencato (su sua richiesta) tutti i prodotti che avevo usato in quel periodo, in personalmente già dal primo consulto ho ricevuto consigli che hanno fatto la differenza. Premessa: non ho fatto nessuna cura né assunto alcun medicinale, l’opzione c’era ma ho preferito così e nel mio caso è stato sufficiente.

Vi riporto la situazione della mia pelle in quel momento: dermatite irritativa da contatto della zona glabellare, naso, pieghe naso geniene, gote bilaterale, labbra e mento, in quello specifico momento avevo due cisti di probabile origine infiammatoria della regione mandibolare sinistra, lentigo solari sulle gote (bilaterali), ipercromia post infiammatoria alla regione labiomentoniera destra (probabilmente causata da applicazione di Gentalynbeta crema e successiva esposizione al sole).

Insomma avevo la pelle arrossata, infiammata, macchiata e questi pseudo brufoli sotto pelle, niente che andasse spremuto ma indovinate? Lo facevo, ogni volta. Questo argomento merita di essere affrontato a parte ma mi sembra giusto farlo anche qui in breve.

a sinistra: pelle infiammata, a destra: uno sfogo con noduli/cisti sottopelle

Fase 2: la scoperta dello skin picking disorder

Ha un nome brutto ma in fin dei conti rispecchia quello che ti fai quando guardandoti allo specchio o a volte anche solo mentre lavori, studi o guardi la tv, ti ritrovi a grattare via bollicine che senti sulla superficie della pelle, spremere qualcosa che senti sottopelle, brufoli non pronti, impercettibili punti neri che diventano infiammazioni evidenti. Pensi che spremendo o schiacciando qualcosa la tua pelle migliorerà, che stai eliminando qualcosa di sporco e brutto dalla tua pelle, la verità è che appena ti allontani dallo specchio sei una maschera di rossore, gonfiore, a volte ti causi ferite e infezioni e quello che era un rossore sotto pelle diventa una chiazza difficile da nascondere anche con il trucco. Non sai di cosa sto parlando? Allora questa parte non ti riguarda e puoi passare direttamente a quella successiva. Lo skin picking disorder ha tante forme, modalità e motivazioni, spesso è causato dallo stress, a volte è consapevole, per altri accade durante la notte, mentre si dorme. Per me che da adolescente ho letto tanti romanzi sulla droga e le dipendenze, era come essere uno di quei protagonisti. Passavo davanti allo specchio, vedevo qualcosa che andava rimosso, qualcosa di impercettibile agli altri, sapevo che non dovevo toccarlo ma mi dicevo “solo questo, se lo spremo va via prima, solo uno…” ed uscivo dal bagno tutta arrossata, con un cerotto e in lacrime per quello che mi ero causata e che adesso avrei dovuto aspettare giorni per far guarire. So che tante persone possono rivedersi in queste parole. Bene, nel momento in cui ho realizzato che quello era un problema ed ho lasciato stare le scuse che accampavo per giustificare gli improvvisi sfoghi sul mio viso (spremere, grattare, toccare causa proliferazione batterica e quindi un brufoletto, una bollicina può diventare uno sfogo più ampio, cisti infiammate e settimane di guarigione necessaria) la situazione è cambiata, ci ricascavo qualche volta, ma era sempre più raro e mi ha aiutata riguardare le foto che mi scattavo quando “stavo male”. Ne riparleremo in maniera approfondita.

Fase 3: una skincare su misura

Ho discusso con il dermatologo tutti i prodotti che avevo usato, ho messo da parte quelli non adatti a me, regalato a qualche amica quel che potevo e faceva per loro e gettato via quelli che non avrei consigliato nemmeno al mio peggior nemico. Ho semplificato la mia skincare per i primi 30 giorni usando pochissimi prodotti ma efficaci, la mia pelle aveva bisogno di resettarsi. Mi è stato chiesto più volte di raccontare i prodotti che ho utilizzato e mi sono chiesta tante volte se farlo, dato che ogni pelle ha esigenze diverse, soprattutto quando diventa problematica, ma se questo post può aiutare qualcuno sono felice di condividere la mia skincare routine che mi ha portata a guarire la mia pelle:

MATTINA e SERA per i primi 30 giorni

  • Detersione con detergente a base oleosa (ideale per la mia pelle secca). No doppia detersione perché troppo aggressiva in quel momento.
  • Acqua termale per pelli sensibili vaporizzata su tutto il viso ad occhi chiusi.
  • Sulle macchie le gocce depigmentanti Rilastil. Con le macchie ci vuole tanta pazienza per vedere i risultati. In alternativa usavo le monodosi di vitamina C Monoderma (°davvero ottime) queste sono a base siliconica (no non fanno male) quindi vanno applicate alla fine di tutta la skincare, prima della protezione solare).
  • Idratazione con crema Eucerin UreaRepair con 5% o 10% di urea, è indicata per chi ha la pelle secca o molto secca, sensibile o persino psoriasi. L’ho usata per settimane e la pelle si è ripresa splendidamente.
  • No scrub e peeling per almeno 30 giorni (dovevo ricostruire la barriera cutanea).
  • Monodosi di Vitamina E applicate nelle zone infiammate e sugli sfoghi (ha poteere lenitivo o ultra idratante)
  • Protezione solare (solo la mattina) dopo aver aspettato l’assorbimento di tutti i prodotti. La mia preferita ancora oggi è la protezione Avene leggermente colorata.

Il pomeriggio applicavo una monodose di vitamina E su tutto il viso per lenire ed idratare o semplicemente fare una maschera idratante o semplicemente la crema idratante per assicurarmi che la pelle non diventasse secca durante il giorno.

La skincare è stata per circa un mese questa, molto semplice, ho scritto alcuni prodotti specifici che ho utilizzato, ma naturalmente potete usare un’altra crema, altra vitamina C ecc se preferite o avete esperienze migliori con altre. L’infiammazione generale (arrossamento e leggero dolore al tatto in alcune zone) è stata la prima cosa a passare, la pelle pian piano è diventata meno reattiva.

Dopo 30 giorni la mia skincare è cambiata così:

MATTINA

  • Detersione con detergente a base oleosa
  • Acqua termale per pelli sensibili vaporizzata su tutto il viso.
  • Gocce depigmentanti Rilastil sulle macchie (o vitamina C, come spiegato).
  • Crema idratante (o quella usata fino ad ora o quella Florena Fermented Skincare)
  • Peptidi al mattino come ultimo step prima della protezione solare (lavorano da schermo per proteggere la pelle dalle aggressioni esterne come disidratazione, inquinamento, raggi UV, cambiamenti di temperatura e umidità).
  • Protezione solare.
situazione in fase di guarigione

SERA

  • Doppia detersione la sera per struccarmi (detergente oleoso, per esempio questo di Dermatologica + schiumogeno, per esempio questo Avene).
  • Acqua termale vaporizzata su tutto il viso.
  • Micropeeling all’acido mandelico (seguendo le istruzioni riportate)
  • Crema idratante (o quella usata fino ad ora o quella Florena Fermented Skincare).
  • Gocce depigmentanti per le macchie.
  • Monodose di acido ialuronico per idratare (ho usato quelle Uniqa che contengono già la crema e la sostituiscono, so che sono costose ma per un trattamento intensivo per me sono state una bomba), altrimenti crema idratante.

Questa è la skincare che ho adottato per mesi, oggi prevede anche altri prodotti, alcuni li alterno, ma sono più sicura di me, più serena nel mostrarmi senza trucco, non uso fondotinta da circa un anno ma solo un siero colorato, con le macchie è ancora un work in progress.

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Fase 4: bere e idratarmi dall’interno

No non è un mito che l’acqua fa bene alla pelle, se bevete già una quantità sufficiente di acqua al giorno non dovete cambiare nulla, ma se siete come me persone che non sentono la necessità di bere e rischiano di disidratarsi, allora sì che bere più acqua, mantenendo un’idratazione quotidiana adeguata è necessario e fa la differenza.

Fase 5: nuove abitudini

Ho modificato alcune abitudini che mantengo ancora oggi.

  • Uso un panno di lino per asciugarmi il viso, mai lo stesso asciugamano che uso per le mani e lo cambio ogni giorno.
  • Lavo i pennelli makeup ogni settimana (dovrei farlo più spesso), il mio prodotto preferito per farlo è questo sapone per pennelli di Sephora.
  • Non mi stuzzico più il viso e non sono alla ricerca di qualcosa da spremere o grattare via.
  • Cerco di bere più acqua.
  • Non sperimento nessun prodotto se non sono sicura che sia adatto alla mia pelle e compatibile con gli attivi che utilizzo già.
  • Uso sempre la protezione solare e spesso indosso un cappello per non stare troppo tempo esposta al sole diretto.
  • Non sono certa che alcuni cibi influiscano o meno sulla mia pelle, non mi pronuncio su questo perché non ho alcuna conferma del medico, mi baso sulle mie abitudini.
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