Svegliarsi, infilare i piedi nelle pantofole a forma di unicorno, indossare gli occhiali da sole e scendere al bar a fare colazione, l’abbiamo sognato in tanti ma in pochi hanno avuto il coraggio di farlo. Vuoi per la signora Luisa che ti guarda male già quando esci sul balcone in vestaglia per svegliarti guardando la città, vuoi perché “metti che incontro qualcuno?”, vuoi per quel “non si fa” che ci imponiamo tutti i giorni. E allora per il caffè, quello buono, dobbiamo aspettare di uscire dalla doccia, vestirci, afferrare borsa, computer e tutto quanto ci serve per andare al lavoro e bere il nostro espresso più rapidamente di quel che vorremmo fare.
Per questo l’idea di un caffè #AcasaComeAlBar mi è subito piaciuta e quando Jolie è arrivata a casa mia, la colazione ha subito preso una piega diversa. No Jolie non è la mia nuova vicina di casa (quella si chiama Victoria e quindi giorni fa ormai mi ha chiesto in prestito il cacciavite e non me l’ha ancora restituito), Jolie è la nuova macchina del caffè Lavazza A Modo Mio, che con le sue dimensioni ridotte mi ha svoltato la vita per tre ragioni: è piccola, quindi non ho avuto difficoltà a trovarle posto in cucina pur credendo di aver saturato tutti gli spazi con le mie piante grasse ed i libri di cucina che non ho ancora sfogliato, è silenziosa, quindi quando il mio ragazzo alle 6:00 si sveglia per andare a correre e vuole prima prendere il caffè io non devo lanciargli dietro il mio panda di peluche se fa rumore e poi è bella, ha un design moderno, asciutto e potendola scegliere in diversi colori (io l’ho presa bianca, ma esiste anche in rosso, verde e azzurro, diventa un elemento d’arredo.
E mi ha svoltato la vita anche perché, lo confesso, io e la moca non andiamo troppo d’accordo, se vi dico che persino Mike, un mio amico newyorkese, mi ha detto che il caffè che fa lui è più buono del mio mi credete? Ecco, da quando Jolie è arrivata a casa mia, ho ricominciato ad offrire il caffè agli amici e non devo più proporgli di fare un salto al bar dopo pranzo per fargli bere un buon espresso.
Domenica scorsa è arrivata Jolie a casa mia insieme ad una colazione per due e, mentre in sottofondo il repertorio di Allevi ci teneva compagnia, io ed il mio compagno di colazione e di vita abbiamo definitivamente accolto la novità confermando che anche in tre si vive bene, specialmente se “l’altra” è una macchinetta silenziosa, bella e piccola.