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Tiffany &Co celebra l’amore gay ma in Italia la campagna scatena polemiche e dissensi

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La campagna Will you di Tiffany &Co ha suscitato l’indignazione della Sottosegretaria allo Sviluppo economico Simona Vicari che, spalleggiata dal Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, accusa l’azienda di pubblicità ingannevole e addirittura ipotizza una denuncia all’autorità dell’autodisciplina pubblicitaria. La Vicari ha dichiarato che “la campagna denoterebbe un atteggiamento molto irrispettoso di un Paese e anche dell’identità e dei valori degli italiani“.

Il brand di gioielli che da sempre affascina le donne, rappresentando il sogno di molte ed il fradello di altrettanti uomini, per il 2015 ha scelto di rinnovare la classica immagine che le campagne di gioielli, in tempo di San Valentino e quando si parla di amore in generale, ci offrono. Ha Sostituito l’uomo e la donna con due uomini. Una coppia gay che si promette amore e che convola a nozze.

Un’altra faccia dell’amore, cambiano i testimonial, la novità c’è eccome, ma da qui ad innescare la polemica… eppure succede e dove accade? In Italia, ovviamente. Alla Sottosegretaria bisognerebbe dire di non parlare per conto degli italiani, nè tantomeno di valori, quanto al Governo, potrebbe promuovere la Vicari Segretaria, ma del sottosviluppo. Sarà che dopo lo scandalo Barilla gli italiani non si stupiscono (purtroppo) più quando si parla di omosessualità, sarà che siamo stanchi di indignarci, ma l’attacco scatenatosi nei confronti della nuova campagna pubblicitaria a tema fidanzamento e matrimonio di Tiffany &Co, non ha suscitato sufficienti reazioni, a mio avviso. Purtroppo gli italiani non reagiscono come il popolo americano insegna, in altri paesi un fatto del genere avrebbe smosso molto più di qualche tweet e blog post.

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[fonte Il Fatto Quotidiano]

 

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