Da quando mi sono trasferita a Roma, alle quotidiane telefonate ai miei e a mia sorella Valentina per parlare del più e del meno, se ne aggiunge una a mia mdre per chiedere dritte per utilizzare la lavatrice. Non ho grandi dilemmi sui lavaggi quotidiani, ma certi capi, tessuti e colori mi mettono un’ansia tale che finisco con l’accumularli sul fondo della cesta dei panni sporchi nel timore di non rovinarli, per questo nel mio smartphone non mancano le app dedicate a lavaggi e lavatrice. Così ogni tanto chiedo “l’aiuto da casa”, altre volte uso le App.
Primo step: Leggere le etichette
Mi hanno insegnato che prima di lavare qualsiasi cosa bisogna leggere le etichette, peccato che molto spesso sono indecifrabili, piene di simboli da decodificare di cui personalmente mi sfugge il significato. Per capire i simboli presenti sulle etichette di camicie, gonne, magliette e ogni altro capo presente nel nostro armadio, che passa per il bucato sporco, c’è l’App Etichette, grazie alla quale ho interpretato anche i simboli più assurdi (ESEMPIO: Asciugabiancheria a tamburo rotativo molto delicato).
Secondo step: Mettere in lavatrice scegliendo temperatura e programma giusto
Da qualche tempo ho scoperto WashApp, il cui nome ricorda la celebre app di messaggistica istantanea con cui ha in comune semplicemente l’immediatezza; sì perché basta inserire nel cesto virtuale capi, tessuti e dettagli su ciò che vorreste lavare, per sapere se potete metterli in lavatrice insieme, a che temperatura, quale tipo di lavaggio scegliere e persino, se c’è qualche macchia ostica da rimuovere, quale segreto sfruttare per rimuoverlo, compresi i trucchi delle nonne.
Sapevate che, per esempio, se macchiate una maglietta di profumo potete utilizzare dell’acqua ossigenata per smacchiare? O se vi versate accidentalmente della coca cola addosso dovreste tamponare la macchia con acqua calda e glicerina? Ad ideare questa App è stata Stefania Lobosco, creativa, tech addicted e profondamente convinta che la tecnologia possa rendere la vita più smart.