Ci ha migliorato la vita, ha ampliato le possibilità lavorative, le opportunità di crescita. Ha reso più facile ed immediata la comunicazione, ha evitato insormontabili barriere fra amici lontani, coppie con relazioni a distanza e rapporti fra genitori e figli che studiano in una città lontana. Sono tanti i grazie da rivolgere allo smartphone, uno strumento che ha rivoluzionato il modo di comunicare, ricordare e fare informazione, che ci ha imposto l’obbligo di avere un’opinione e di esercitare la capacità di sintassi, perchè su Twitter nessuno ti segue se ti ostini solo a pubblicare foto o non sai esprimere un concetto in 140 caratteri.
Ci ha insegnato che le foto più belle non sono quelle in cui posi accanto al Big Ben, la Torre di Pisa o la Tour Eiffel, ma quelle in cui sorridi arrivata sulla vetta di una montagna, nuoti accanto ad una tartaruga marina o immortali un’alba che toglie il fiato, ha cambiato il nostor modo di guardare il mondo attraverso la lente di una fotocamera, ci ha concesso di non dire più “Se avessi avuto una macchina fotografica…” quando incorntiamo il nostro cantante preferito, quando parte un flash mob al centro della piazza o succede qualcosa di memorabile, perchè lo smartphone non lo dimentichiamo mai a casa. Ma come ogni cosa che l’uomo inventa, anche lo smartphone ha dei pros e cons, dei pro e contro, pregi e difetti: allontana le persone “reali” mentre messaggiamo con quelle “virtuali”, delocalizza chi è in vacanza perchè impegnati a raccontarle le ferie “live”, fa perdere l’emozione di un concerto perché si è troppo impegnati a registrarlo con un video. Per questo da oltre un anno applico delle regole che ho deciso silentemente e poi cosciamente di impormi quando stavo perdendo di vista i pro e mi stavo facendo assorbire dai contro di questo strumento e mi sono venute in mente guardando il corto “I Forgot My Phone” diretto da Miles Crawford, che racconta una giornata tipo dal punto di vista di una ragazza che ha dimenticato lo smartphone.
Io ad un concerto il telefono lo uso solo fino al secondo prima in cui inizia lo spettacolo, dopo i miei occhi sono tutti per la band che suona o per la persona che ho accanto, se sto guardando un paesaggio mozzafiato mi dedico a vedere, sentire e ascoltare quelo che mi circonda e dopo, solo quando sto per andar via, mi ricodo di immortalare il momento ed è così che il mio instagram si è perso tante albe, molti tramonti e qualche farfalla che si è posata accanto a me. Se sono in viaggio e reputo interessante condividere dritte e consigli, lo faccio nei momenti di pausa Ho dimenticato di fotografare Cristina D’Avena, gli LMFAO e non ricordo chi altro, perchè ero emozionata dal momento e non ho fatto caso al telefono, non , lo tiro fuori nei momenti di intimità, quando sono abbracciata a lui, quando chiacchiero con un’amica, quando guardo un film sul divano. Trovo che l’attenzione eccessiva che si riserva agli smartphone depredi i rapporti umani e, qualche volta, ferisca la gente, soprattutto chi non lo usa così frquentemente e rischia di credere che ciò che è racchiuso dentro quello schermo 1136×640 pixel sia più interessante di lui o lei. E’ difficile “mantenere le distanze” dallo smartphone quando si lavora con il mondo digitale, ma sto lavorando sulle mie regole e sto ottenendo buoni risultati. Almeno credo.