Moda

BACKROOM e il progetto NO SIZE di Simona Fra'

Simona Fra‘ (all’anagrafe Simona Frasca), nasce a Milano il 28 maggio del 1978 E per lo più cresce nel sud, vicino al mare, sul confine tra Campania e Lazio; ha 30 anni, 15 dei quali li ha trascorsi a cucire. Figlia di sarta, sin da piccola si accosta al mondo del cucito, adolescente piena di passioni ed interessi, trova la sua strada grazie alla lettura di un libro, che rappresenta per lei l’incipit della sua carriera: “L’Alchimista” di Paulo Coehlo.

Abbiamo rivolto Simona Fra’ alcune domande per parlare del suo porgetto “NO SIZE”: una moda che abbandona i limiti delle taglie, a favore della libertà. Niente più etichette, basta indossare un abito per capire se questo si adatta al nostro corpo, senza l’esigenza di una targehtta che ci classifichi come 40, 42, 44…(vi ricordiamo l’iniziativa Spagnola delle tre taglie uniche).

Trovate i capi in vendita per un mese intero a Milano, presso lo showroom “SPAZIO” di M2BS Alzaia Naviglio Grande, 14 (www.meet2bizshop.com), vi consigliamo di visitare lo store per poter ammirare di presenza gli splendidi abiti di Simona.

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– Perché la scelta del nome BACKROOM per il tuo progetto?
Mi piaceva l’idea del “retrobottega”… dà molto spazio all’immaginazione e l’ho sempre visto come un luogo misterioso…perché (almeno per quanto mi riguarda) ti chiedi: chissà cosa c’è oltre la porta?!
Trovi ciò che non è esposto e che non vedi altrove. Nel mio caso è riferito ai capi unici e preziosi che realizzo.

– Da dove nasce la voglia della tua collezione di moda NO SIZE?
Direi una bugia se non dicessi che nasce da una mia esperienza personale legata proprio ai disturbi alimentari, nasce con l’ambizione di provare a far capire alle ragazze ciò che sono riuscita a capire io stessa: non è affatto vero che si può essere femminili, attraenti e di tendenza solo se si ha un fisico da modella! è un mito da sfatare assolutamente perché si perde il senso della realtà e dei veri valori, dimenticandoci nel frattempo di vivere! Il valore di ognuno di noi non è commisurato dalla taglia che abbiamo, ma dalla persona che siamo.

– Non temi che questo tuo progetto possa essere considerato offensivo per le ragazze che la taglia 40 la portano per natura?
Una sana intelligenza non può ritenersi offesa perché io non discrimino le ragazze che sono magre di natura, ci mancherebbe! tutt’altro, ciò che voglio è valorizzare proprio la natura! Non vorrei essere confusa con il famoso progetto di una nota griffe dallo slogan “Ciao Magre!” non è affatto questo il mio messaggio, difatti dei miei capi, seppur senza taglia, ce ne sono di tutti i tipi, per le magre, le alte, le formose, le bassine, etc… perché siamo belle così come siamo!
Il mio messaggio piuttosto va a coloro che della perfezione femminile ne fanno una “malattia”, e la perfezione, tra l’altro, sappiamo che non esiste.

– Credi che l’eliminazione delle taglie dai capi possa essere un buon punto di partenza per l’auto accettazione?
Certo, altrimenti non l’avrei fatto! a me stessa è capitato a volte di provare un capo che mi stesse benissimo per poi farmi mille problemi solo perché sulla targhetta c’era una taglia in più della mia! a chi non è mai capitato? ed è assurdo. Mi rendo conto che è una goccia in un oceano e ancora tanta strada ci sarebbe da fare, ma è pur sempre un passo…anche le più alte montagne sono fatte di tanti piccoli sassi.

– Sei quindi d’accordo sul fatto che la moda abbia l’onta di “coltivare” anoressiche?
Sono una fashion designer e se tutti gli altri sapessero come me il vero scopo per cui esistono determinate icone per le sfilate ad esempio, forse non ci sarebbe tanto seguito per questi modelli di donna, ma siccome non tutti hanno studiato moda, ovviamente, il pubblico riceve ciò che gli viene posto davanti traendo le conclusioni più ovvie. Tuttavia c’è inoltre tutto un sistema fatto di comunicazione e di marketing che “gioca” intorno a quesi modelli. Non sono pienamente d’accordo quindi, che la moda sia la sola causa, perché contrariamente a quanto si possa pensare, non sempre i motivi che spingono una ragazza ai disturbi alimentari sono estetici, di base c’è spesso una componente psicologica dietro, incoscia naturalmente.

– Un messaggio alle nostre lettrici…
Non potrei dire di meglio del grande Proust:
” La donna a cui cerchi di assomigliare non esiste, ma tu esisti e sei bellissima.”

Autore: Sonia Grispo

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