Dicono che il troppo stroppia, che “less is more” (come diceva Coco Chanel) e che prima d’uscire di casa dovremmo tutte passare davanti alo specchio e togliere qualcosa che indossiamo, per evitare di sbagliare. Oggi vige la regole del “two is megl che one”, del “non è mai abbastanza” e ‘accozzaglia’ è forse il leit motiv che regola gli outfits di quanti oggi scelgono, prima ancora di stupire, di raccontarsi.
Se ci si pensa bene questa moda dei milti bracciali è solo uno dei tanti revival dei vecchi tempi; da bambino chi di voi non acquistava con le famose 200 lire braccialetti in cotone colorati, portafortuna, dell’amicizia, dell’amore… da annodare tre volte al polso e aspettare per anni che si autodistruggessero? chi non acquistava nelle bancarelle in riva al mare braccialetti con perline, qualche volta in legno e presumibilmente ispirati a tradizioni giapponesi? c’era chi collezionava ricordi di vacanze in luoghi esotici, chi rubava braccialetti alla mamma e chi legava al polso pezzi di stoffa senza alcun valore. Erano reperti, ricordi, tracce di memoria da annodare al polso. Mia sorella, per esempio, quando ero piccola mi legava di sorpresa ogni sorta di nastro o laccio che trovava dicendomi che se le volevo bene doveov portarlo almneo per un giorno, una settimana, un mese… poi facevo intervenire mia madre che “scioglieva la formula” ed ero libera. Eppure quella magia mi ha sempre affascinata, quel rito di portare al polso qualcosa che raccontasse di me, di ciò che mi era successo. Per un lungo periodo ho portato una serie di braccialetti dorati composti da perline che col tempo andavano ossidandosi, erano un ricordo di Londra, ogni volta che andavo lì ne compravo qualcuno e lo aggiungevo. Le amiche mi dicevano che pensavano a me ogni volta che ne vedevano uno in qualche negozio e me li regalavano con piacer.e poi me ne sono disfatta, non ho mai amato “ripetermi” ed oggi al mio polso di “immancabile” c’è solo un braccialetto di cotone che non ne vuole proprio sapere di logorarsi e resta lì, avviluppato sul mio polso, immutato dopo anni do docce, immersioni a mare, creme e prodotti d’ogni tipo.
I ragazzi di Refinery29 hanno individuato alcuni editor, designer e giornalisti che non disdegnano il “non è mai abbastanza” ed amano sfoggiare bracciali, bangles ed orologi, sebbene removibili e non eterni, aggrovigliati in un mix che cattura lo sguardo e – quasi – sempre funziona. Per leggere i commenti e sfogliare tutte le foto cliccate qui.
[nggallery id=4]