Aveva fatto scandalo la proposta di Abercrombie & Fitch per la scorsa estate, che aveva pensato di lanciare una collezione di costumi da mare per bambine con push up, tempo prima aveva fatto discutere e sollevato polemiche la scelta di Vogue France si dedicare un editoriale a bambine truccate e vestite come piccole donne, snaturando la loro semplicità, oggi si va ben oltre e a compiere il passo falso è un’azienda Olandese.
Boobs & Bloomers lancia una linea di lingerie per bambine (in vendita anche in Italia) che si propone come collezione adatta a soddisfare i gusti di chi si appresta a comprare il primo vero intimo della propria vita, peccato però che tra reggiseni imbottiti per chi è ancora nell’età dello sviluppo ed una campagna pubblicitaria piuttosto eloquente, il brand abbia finito con l’essere accusato di incitamento alla pedofilia. Bambine in pose ammiccanti, intimo fin troppo sexy; già il nome del brand non lasciava presagire nulla di buono “tette e mutandine” non è proprio ciò che vorremmo vedere impresso sull’intimo delle nostre figlie, nipoti o cugine.
Dopo la mercificazione del corpo femminile, dopo aver sfruttato l’immagine della donna a scopi commerciali e adesso il turno delle bambine? le immagini hanno già iniziato a fare il giro del mondo, il messaggio ad insinuarsi nelle menti di uomini poco ortodossi e in quello di bambine ancora troppo poco mature per rifiutare l’idea che sia giusto indossare lingerie sexy e reggiseni imbottiti a 10 anni, bruciando le tappe e puntando subito all’esaltazione del corpo. Se nel caso della mercificazione del corpo femminile sussiste l’idea secondo la quale in fondo sono le donne a scegliere di divenire “oggetto”, per i minorenni il discorso è ben diverso, c’è da chiedersi quale genitore possa concedere alla propria figlia di posare ammiccante mentre gioca con una coetanea in reggiseno e slip, mostrandosi in intimo di fronte al mondo intero. Dopo il Click altre immagini e info su come segnalare la campagna per fare intervenire le associazioni preposte.
Potete segnalare la campagna e i suoi contenuti inappropriati al MOIGE l’associazione genitori, e/o allo IAP, l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria.
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