Immaginate di aprire l’armadio e di trovarvi davanti una serie di capi senza tempo, iconici e di
qualità, un numero essenziale ma che combinato insieme genera un’infinità di outfit, praticamente il Sudoku applicato alla moda. Ecco questo concetto si chiama capsule wardrobe.
A coniare il termine e la filosofia che si cela dietro queste due parole è stata Susie Faux, proprietaria
di una boutique a Londra negli anni Settanta dal nome “Wardrobe”, che suggeriva alle sue clienti
una collezione essenziale di capi “chiave”, abbinabili fra di loro senza annoiarsi mai.
Le parole d’ordine per un capsule wardrobe o armadio capsula sono: timeless, iconic, seasonless e
basic (per questa ragione per questo primo articolo su questo tema vi parlo di Falconeri, azienda
italiana che ha fatto della qualità la sua caratteristica distintiva, ragione per cui viene scelta).
Analizziamo le parole chiave: Timeless ovvero senza tempo, capi che non passano di moda o che
diventano portabili esclusivamente con il favore delle tendenze, Iconic cioè che hanno un’identità,
celebrano uno stile o un tempo, che rappresentano quasi una dichiarazione. Seasonless, senza
stagione, quei capi che per tessuto e lavorazione diventano trasversali e non vanno accantonati o
riposti, mantenendo il loro posto nell’armadio dall’autunno all’estate; per finire basic, un termine
che significa tutt’altro che noioso, ma si collega piuttosto al concetto di essenzialità ed è sinonimo
di immancabile, basilare proprio, come tutti quei capi che non possono mancare nell’equazione
della moda per arrivare ad un buon risultato.
La grande categoria sotto cui nascono queste quattro parole chiave è quella della qualità, condicio
sine qua non un capo sia senza tempo, fondamentale, iconico e senza stagione è che sia realizzato
con materiali/tessuti eccellenti, che durino nel tempo e con filati pregiati. Per questa ragione, in questo primo articolo sull’armadio perfetto, non posso che citare Falconeri, famosa in tutto il
mondo per il suo cashmere e per la sua produzione di maglieria e capi senza tempo.
Ragionare in un’ottica di qualità ed essenzialità ha molteplici benefici: rende più semplice scegliere cosa indossare ogni volta, è pratico perché aiuta a visualizzare già mentalmente i possibili abbinamenti di un nuovo capo che vogliamo acquistare con ciò che possediamo già, vi permette di acquistare capi particolari e a volte eccentrici sapendo già di poterli accostare a qualcosa di basic che equilibri il risultato finale (pensate all’animalier, alle paillettes… non si tratta mica di possedere un guardaroba noioso) è minimal e quindi ordinato e consente di ottimizzare gli spazi.
Alcuni capi essenziali da avere nel guardaroba
- Maglie girocollo in lana, semplici ma perfette anche per giochi di sovrapposizioni di tessuti (fantastico l’abbinamento con la seta) e colori complementari;
- Dolcevita in cashmere, da abbinare a gonne o pantaloni per i look anche da ufficio o con i jeans per un outfit molto più informale. Bellissimi da usare sotto le giacche. Se nutrite un amore incondizionato per questo filato, il superior cashmere di Falconeri vi dico già che provoca dipendenza.
- Cardigan, il capo passe-par-tout che nei filati più pregiati si presta ad essere indossato da solo, sopra la camicia o abbinato ad abiti. Estirpatelo dall’immaginario che lo lega ai look un po’ ingessati, unitamente al filo di perle, noioso e formale.
- Stola, da quelle in cashmere semplice o intrecciato, stole, sciarpe e colli si adattano a tutti i look trasformandosi da accessorio utile a dettaglio originale (da inserire di default nella borsa da viaggio perché ti salva in aereo, treno e escursioni climatiche, ma con stile).
- Pantaloni e jeans, dal fitting impeccabile (altro che principe azzurro, ecco di cosa hanno davvero bisogno le donne), nel caso del denim se volete evitare che il vostro jeans ceda, assicuratevi di leggere l’etichetta e la composizione preveda non più del 3% di elastan, in modo tale che il tessuto sia stretch e confortevole ma che non ceda, generando troppe pieghe e non restando più aderente dopo qualche ora seduti.
- T-shirt bianca (ottico o no, in base al vostro sottotono), che serve sempre, sotto i maglioni e i cardigan, abbinata ad un jeans, sotto la giacca, semplicemente abbinata ad un gioiello per impreziosirla.
- Blazer, non fidatevi di chi vi dice che serve a tutti i costi una giacca nera, se questo colore non vi dona o non si abbina al resto del vostro guardaroba, trovate l’alternativa giusta per voi.
Sono solo alcuni dei capi essenziali (questo era un primo inizio), la capsula va personalizzata in base ai vostri gusti, allo stile e a ciò che vi fa sentire a vostro agio o che vi dona maggiormente, se non indossate gonne per esempio è inutile acquistarle solo perché “devono” essere presenti nel guardarpba. Va da sé che affinché questi capi possano abbinarsi l’uno con l’altro e dare vita a quell’infinità di combinazioni a cui si aspira, devono basarsi su una palette adeguata, personalizzata e che funzioni sulla singola persona. Ma di questo parleremo la prossima volta, approfondendo il concetto di capsule wardrobe e come crearlo.