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Confessioni di una serie tv addicted: da Beverly Hills e Bayside School al binge-watching in streaming

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È iniziata con Beverly Hills e Bayside School ed è proseguita con Sabrina Vita da Strega, Blossom, Genitori in Bluejeans, Super Vicki e chissà quante non riesco a ricordarne in questo momento (suggerite pure, prego). Poi è venuto il tempo di Dawson’s Creek, The O.C. ed era ancora quell’era in cui bisognava aspettare una settimana per vedere un nuovo episodio e se mamma ci diceva “domani sera siamo c’è la cena con i colleghi di papà” partivano le preghiere affinché il ristorante prendesse fuoco o la macchina non partisse, tutto pur di restare a casa e non perdere quella puntata (generalmente una fondamentale, di svolta, tipo quando Pacey e Joey tornano dall’estate in barca).

Oggi le cose stanno diversamente, non solo perché i nostri genitori non devono più sorbirsi i complessi di Dawson e i drammi di Dylan e Kelly, ma perché le serie tv sono a portata di click, le puoi vedere, rivedere, registrare, programmare… insomma rinunciare alla vita sociale, diventare gialla per le luci dello schermo e non toglierti il pigiama per tutta la domenica. No, scherzi a parte, con un certo autocontrollo si può riuscire a mantenere sembianze umane senza trasformarsi in mostri da divano, non licenziarsi né saltare intere sessioni d’esami e al tempo stesso seguire le proprie serie tv preferite, giuro, ma serve non poca forza di volontà, meno di quella necessaria per andare in palestra, più di quella per star lontana dall’ennesima fetta di Pandoro rimasto dalle feste, ma si può fare.

Il rischio inevitabile è quello di seguire troppe serie. Dove per “troppe” si intende un numero da 5 a 15, che a voi sembrerà impossibile, ma provate ad abbonarvi a Netflix e vedete se non vi ritrovate a fare re-watching di Lost e Breaking Bag, insieme a Una Mamma per Amica e Revenge. Lo streaming e la tv on-demand richiede una guida per non perdersi fra migliaia di titoli, questa è la prima parte della mia (parlando di serie nuove, naturalmente).

LOVE: Una ragazza che rappresenta la maggior parte delle donne ed un ragazzo che rappresenta la stragrande maggioranza degli uomini. Questa serie racconta l’amore senza essere sdolcinato, né drammatico, senza strappare lacrime e facendo sorridere senza essere comica. Niente risate fuori campo, niente attori famosi, la serie racconya di una relazione romantica in cui è facile riconoscere almeno una delle relazioni che ognuno di noi ha vissuto nella propria vita. La seconda stagione è prevista per quest’anno.

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Bates Motel: una storia diversa da quella che ci ha raccontato Hitchcock ma senza dubbio ispirata ai personaggi di Psyco, con la giusta dose di inquietudine e mistero. Da vedere anche per i look e le acconciature di Vera Farmiga (nel ruolo di Norma Bates).

Stranger Things: una serie con protagonisti dei bambini delle scuole medie non fa per voi, so che l’avete pensato e vi siete stupiti del successo di questa serie, certo se E.T. e I Goonies non vi hanno fatto alcun effetto non me la sento di assicurarvi che amerete Stranger Things, ma vi suggerisco di dargli una possibilità, almeno per due episodi. Il rischio? Ritrovarvi a fare binge-watching (ndr. guardare episodi di una serie uno non l’altro senza sosta) ed esaurila in 48 ore, per poi sentirne la mancanza.

Unbreakable Kimmy Shmidt: una tizia che viene trattenuta in un bunker per 15 anni dal fondatore di una setta perché il mondo è finito ed uscire significherebbe morire (salvo poi scoprire che nulla di tutto questo è vero), e si ritrova a ricominciare la sua vita in una caotica New York, sembra la cosa più assurda che abbiate mai sentito e infatti lo è. La serie si può descrivere con tre parole (posto che “assurda” l’ho già detto): improbabile, divertente e incomprensibile (ho cercato un sinonimo di assurdo e non ho trovato niente di meglio). Insomma, da vedere se apprezzate la comicità a tratti surreale.

Jessica Jones: la protagonista è una ex-supereroina che apre un’agenzia investigativa dopo la fine della sua carriera da supereroe, il personaggio è Marvel e la prima stagione è ben realizzata, con ottimi attori (lei è la stessa di Non fidarti della str**** dell’interno 23), una calamita, unico problema: al momento non esiste una seconda stagione e non è chiaro quando verrà prodotta. Ma sebbene questo possa suonare come un deterrente, la serie va assolutamente vista.

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The O.A.: new entry di Netflix, è una serie di fantascienza composta da otto episodi (quindi gestitevela bene) e racconta la storia di Prairie, una ragazza che riappare dopo essere data per scomparsa per sette lunghi anni ed è decisa a non raccontare cosa sia successo in questo lasso di tempo. La cosa che non vi ho detto è che Prairie prima di sparire era cieca e adesso ci vede. La serie è un po’ in stile Lost, ovvero non sai bene cosa hai visto e se c’hai capito qualcosa e sul web esistono già svariate conversazioni su teorie e spiegazioni, a partire dall’acronimo del titolo (che non vi spiego qui per evitare drammatici spoiler) a collegamenti con rituale buddisti e induisti. Una serie “strana”, che sicuramente se non apprezzate il genere fantascientifico non vi piacerà per niente.

Black Mirror: il titolo si riferisce allo schermo nero, quello del computer, dello smartphone e della tv e racconta di un mondo sovrastato dalla tecnologia, da internet e dai social network. Ogni episodio ha protagonisti e trama diversa (è una serie antologica), a me sono piaciuti solo alcuni episodi, ma quelli che ho visto li ho trovati bellissimi, superbamente girati e decisamente veritieri. Vi consiglio in particolare il primo della terza stagione (bellissimo), il secondo e terzo ed il primo episodio seconda seconda stagione.

Per adesso mi fermo qua per non sottoporvi un elenco che realmente metterebbe a dura prova la vostra vita lavorativa e sociale.

[foto via Pinterest]

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