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Quando la mia Camilla era un cucciolo con una zampa rotta e che nessuno voleva #ilmesedelcucciolo

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Sono cresciuta in una casa in cui nessun divano è mai stato off limits per un cucciolo, nessuna porta sbarrata al suo ingresso; sono cresciuta in una famiglia in cui mia madre rinuncia al tappeto perchè piaceva troppo al cane, in cui mio padre riparava il filo del telefono sgranocchiato dal coniglio e mia sorella si svegliava alle 5 del mattino per dar da mangiare a 4 cuccioli di gatto, trovati abbandonati sotto la pioggia, ancora da svezzare.

Per questo credo che fra gli scopi che mi sono data nella vita c’è stato quello di amare e rispettare gli animali. Per questo e perché ho visto di cosa è capace l’uomo e di quanto siano indifesi gli animali. L’ho capito quando ho trovato il mio Maltese in un’autostrada in pieno agosto, l’ho capito quando ho visto mia sorella adottare 4 cucciole strappate alla mamma e buttate in strada, l’ho capito quel giorno di 4 anni fa, quando mio padre mi ha fatto vedere sul suo telefono una foto di quella che oggi è Camilla, ma che prima era un’anima in cerca di amore.

Era Ottobre, noi da qualche anno avevamo perso il nostro cane, morto per una malattia fulminante. Si era detto “niente più cani”, perché ti chiedi quante perdite possa sopportare un cuore. Poi mio padre, una sera, è rientrato a casa, ha mostrato a mia madre una foto sul telefono e ha detto “Oggi al bar un tizio, proprietario di un negozio d’animali, mi ha chiesto se sono interessato ad un cane. Dice che ha una zampa rotta, che per lui è invendibile, che non sa cosa farsene e deve darlo via”. Lo diceva con disprezzo e preoccupazione e potrei giurare che quelle parole nascondevano una scelta che aeva già preso, ma voleva che noi confermassimo. “Posso vedere?” ho chiesto e in quella foto buia, sgranata, ho intravisto uno scricciolo che definire magro era poco, infelice, dentro una gabbia di metallo.

“Quando possiamo andare?” ed il giorno dopo eravamo già lì. Quando sono arrivata in quel negozio, il proprietario con massima serenità è ricomparso dal retrobottegha con al braccio, quasi fosse un pappagallo, un pinscher nano, magro, sottopeso, con gli occhi pieni di paura ed una zampa rotta e piegata. “Come dicevo a suo padre, il cane s’è rotto una zampa – noi non abbiamo mai saputo come sia successo – operarla a me costa e comunque chi se lo compra un cane che ha subito un’operazione? Intanto mantenerlo mi costerebbe… se lo volete ve lo do subito” e parlava di denaro e gesticolava con quel braccio, a cui quel cane restava aggrappato non per affetto ma per paura. Ne parlava come non si parla nemmeno di una pianta, di un soprammobile. In un attimo Lei era fra le mie braccia, si è  poggiata sul mio petto e in pochi minuti, cercando di trattenere il più possibile il disprezzo per quell’essere (ma destino, karma o come volete chiamarlo, il tizio dopo poco ha chiuso il suo negozio e pare che non abbia più a che fare con gli animali), eravamo fuori da quel negozio, che aveva più le sembianze di un lager. In macchina Lei si è seduta sulle mie gambe, giusto nella fossa che si crea fra una gamba e l’altra, si è girata e mi ha guarda e potrei giurare che in quel preciso momento ci siamo promesse amore.

Il veterinario da cui l’ho portata mi disse che era sottopeso grave, almeno 600 grammi, che in uno scricciolo di quelle dimensioni era la metà di quanto doveva pesare. Fissata la data dell’intervento dopo qualche mese, il tempo di farle riprendere peso e serenità, ci siamo messi d’impegno. L’abbiamo chiamata Camilla, le abbiamo comprato dei maglioncini per non farla tremare dal freddo, dei giocattoli per farla giocare, aveva paura, mangiava spaventata dalla ciotola, ci dissero che era il segno di una che aveva dovuto faticare per avere una porzione di cibo da una ciotola comunque, che se l’era vista brutta, aveva sofferto. Camilla aveva paura degli uomini, solo dei “maschi”, appena li vedeva scappava e abbaiava, oggi non ha paura di nessuno, solo delle persone di cui non si fida. Oggi mangia tranquillamente, corre con la sua zampa impeccabile, sistemata da un ortopedico argentino grazie ad una placca in titanio, ogni tanto dobbiamo darle una regolata perché mangia troppi fuoripasto, oggi gioca con mia madre, la sua compagna di giochi preferita. È la terza figlia, è parte della famiglia.

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Per questo quando Purina mi ha parlato del Mese del Cucciolo, non ho potuto che partecipare all’iniziativa e scriverne. Si tratta di una speciale iniziativa che ha come obiettivo quelo di sensibilizzare tutte le famiglie che includono un cucciolo, sull’importanza di due aspetti fondamentali per la salute e crescita del cane: la scelta di un’alimentazione adeguata per il cucciolo e di un medico veterinario capace, competente e affidabile, una persona di fiducia.

Il Mese del Cucciolo ha inizio il 15 Gennaio e si conclude il 15 Febbraio, durante questi 30 giorni tutti i veterinari aderenti all’iniziativa regaleranno ai proprietari dei cuccioli che si sottoporanno ad una visita di controllo (il cui costo dipende dal centro veterinario a cui vi rivolgete) di un kit che contiene:

L’ Assicurazione Sanitaria Purina gratuita della durata di 9 mesi;
La Guida al mondo del cucciolo ricca di consigli e informazioni per crescerlo sano e felice;
Una prova prodotto Purina PRO PLAN Puppy OPTI START accompagnato da un pratico dosatore e Purina Veterinary Diets Fortiflora;
Un buono sconto per l’acquisto del prodotto nei punti vendita specializzati;
Un dispenser per sacchetti igienici, sempre utilissimo;
Una cartolina con cui raccogliere 3 codici EAN di tre prodotti PRO PLAN acquistati, per ricevere in omaggio una targhetta personalizzata PRO PLAN con il nome del proprio cucciolo.

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Potete scaricare anche l’app “Il Mio Cucciolo” sul vostro smartphone (disponibile in versione iOS e Android, e scaricabile da iTunes Store e Google Play,) dove trovate informazioni utili, curiosità e servizi per il vostro cucciolo. Dall’avvio dell’iniziativa nel 2012 ad oggi, “Il Mese del Cucciolo” ha coinvolto complessivamente oltre 100.000 cuccioli e i rispettivi proprietari.

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