Mi è piaciuta da subito l’idea da cui è nata la linea di borse Vitussi “allontanarsi dal concetto tradizionale di borsa come porta oggetti, è la borsa stessa che diventa il fine ultimo del suo essere” perché volendo ben riflettere su questo concetto, è vero che la borsa nasce come contenitore, un oggetto per custodirne degli altri, tanto che questa funzione sembrerebbe offuscarne l’esistenza di per sì, come se senza il suo contenuto, la borsa diventasse superflua.
Non la pensa così Vito Petrotta Reyes, che ha creato Vitussi nel suo laboratorio di Mondello (Palermo), a due passi dal mare, riaperto dopo anni di inattività e trasformato in un’officina creativa. La forza di queste borse? Oltre al design affascinante il materiale con il quale vengono prodotte: si tratta di un materiale ricavato dalla trasformazione delle pale di ficodindia, dalle quali viene estratta la retina di fibra legnosa che regge la pianta, che viene pulita, sovrapposta, resinata e colorata.
Dal fico d’india tipico delle terre siciliane nasce quindi un materiale innovativo ma al tempo stesso tradizionale che da vita a borse eccentriche realizzate con l’aggiunta di pelle, ottone e altri materiali. Trovate le borse Vitussi a Milano, Roma e Palermo, ovviamente. Da siciliana quale sono non potevo che restarne colpita.