Sono nomi o solo iniziali, sono notizie ascoltate con la testa china sul piatto, sono “personaggi della tv” che vivono tragedie che commentiamo durante la pubblicità, talvolta convinti che non abbiano volto, nome e vita al di fuori dello schermo. Altre volte sono casi eclatanti, sono “il fatto dell’anno”, la tragedia pù discussa, quella contesa da tg, programmi di inchiesta e persino salotti del pomeriggio in tv; qualunque sia l’angolazione da cui vengono osservate, le protagoniste sono donne, vittime, sfortunate protagoniste di eventi che hanno cambiato la loro vita o, molto spesso, purtroppo, addirittura tragicamente interrotta, spezzata bruscamente, lasciando dubbi, enigmi e, altrettanto frequentemente, incomprensione.
Chissà quanti ricordano la storia di Carmela: a 12 anni scappa di casa. Quanti bambini e adolescenti sono scappati di casa per qualche ora, per fare arrabbiare, preoccupare o spazientire i genitori? tanti. Solo a Carmela Cirella però è stata riservata la tremenda fatalità di incontrare prima due ragazzi minorenni che l’hanno violentata, poi un pregiudicato di 46 anni e successivamente due ambulanti di 27 e 26 anni he hanno abusato di lei, non uomini ma belve, che l’hanno privata di ogni certezza, felicità, della vita, pur lasciandola viva. Belve che ad oggi non hanno ancora scontato un solo giorno di pena.
E cosa ci potrebbe mai essere di peggiore che essere violentata e traumatizzata da quattro uomini? non essere ascoltata e creduta e, come se la tragedia non fosse stata una pena suficiente, giudicata consensiente al momento delle violenze, dal Tribunale. A questo si aggiungono gli errori di chi avrebbe dovuto prendersi cura di lei e invece l’ha rinchiusa nel centro per minori Aurora di Lecce, per essere malamente curata, senza alcun permesso da parte dei genitori che invano hanno tentato di salvarla da quel tunnel di orrore e solitudine finchè Carmela, gettandosi dal settimo piano di un palazzo, non ha posto fine alle sue inascoltate sofferenze.
Oggi sono i gentiroi di Carmela a portare avanti la sua battaglia inascoltata e la sua verità, al loro fianco ci sono il musicista Luca Lattanzio con un album a lei dedicato e, sei anni dopo la morte di Carmela, Alessia Di Giovanni e Monica Barengo, autrice la prima e illustratrice la seconda, della graphic novel “Io so’ Carmela”, edita da Becco Giallo, con licenza creative commons.
Nel titolo non c’era spazio per il nome di questa rubrica “Donne che amano…” ma fra le righe leggete “Donne che amano… non privare nessuno del diritto d’essere ascoltato e della giustizia”.
[via]