E’ arrivato all’improvviso, dopo preparazioni, programmi, menù stilati in famiglia, regali acquistati, tavole imbandite e case addobbate, è arrivato ed già finito, lasciando un po’ di quella tipica malinconia post natalizia. Perchè il Natale in fondo è un po’ come il giorno del matrimonio, nella versione più sintetica, il principio però è quello: settimane ad organizzare, programmare ed aspettare e poi tutto finisce in meno di 24 ore con la sola differenza che aldilà della celebrazione il matrimonio continua, con qualche speranza per sempre, mentre di Natale ce n’è uno ogni anno. Rimangono le carte regalo delicatamente o frettolosamente strappate, i nastri slegati, i biglietti d’auguri gelosamente conservati, gli avanzi del cibo calcolato sempre in eccesso, le bottiglie di vino portate dagli amici che consuemeremo fino all’Epifania.
Restano le monete sparse in giro per casa e l’eco dei “hai da cambiare? giochiamo a tombola? a chi è che tocca fare le carte?” e gli screzi in amicizia per quella parola che forse hai detto o forse no a chi è “morto” al gioco del cucù o per quel suggerimento che ti sei fatto sfuggire giocando a Tabù. Restano le playlist natalizie su iTunes, le lettere delle amiche che approfittano dell’occasione per aprirti il loro cuore, il sapore dei dolci preparati dalla sorella, i regali da collocare nella stanza, quelli da indossare e quelli che ti hanno toccato l’anima. Restano gli auguri a mezzanotte, i baci sotto il vischio (tanti), gli abbracci sulle punte e le notti trascorse abbracciati sotto le coperte in fibrillazione per il giorno seguente. Resta la nostalgia di tutto questo, ma in fondo basta aspettare un anno per rivivere tutto questo, sempre meglio. Ps: sono stata in vacanza per 10 giorni, scusate l’assenza e gli auguri in ritardo, ma ogni tanto una pausa ci vuole. Buon Natale.